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domenica 18 febbraio 2024

Come evitare di diventare vittime delle profezie autoavveranti?

 


La profezia che si autoavvera è un concetto psicologico che si riferisce a una previsione o una convinzione che influisce sul comportamento di una persona a tal punto da diventare realtà. È anche conosciuta come “effetto pigmalione”. Il nome deriva dal mito greco di Pigmalione, uno scultore che si innamorò di una statua che aveva creato. Pigmalione desiderava così tanto che la statua prendesse vita e divenisse reale che gli dei, vedendo la sua devozione e il suo amore, accontentarono il suo desiderio, trasformando la statua nella donna di cui si era innamorato. Il nome “pigmalione” viene quindi simbolicamente associato alla realizzazione di aspettative o desideri. Quando immaginiamo - desideriamo o temiamo - un evento futuro, spesso ci organizziamo inconsciamente, in modo che diventi realtà. Nel bene o nel male. È un concetto tanto affascinante quanto inquietante, permea le pieghe della storia umana e si insinua nel tessuto stesso della nostra realtà. Immagina un antico veggente che, con sguardo penetrante, pronuncia una profezia che risuona nell'aria come un'eco attraverso i secoli. Le sue parole, cariche di mistero e potere, si insinuano nelle menti e nei cuori di coloro che le ascoltano, dando vita a un ciclo interminabile di cause ed effetti.

Tutti noi, sulla base delle precedenti esperienze e di ciò che ci è stato insegnato, ci portiamo dietro un bagaglio di convinzioni così ben radicato, tanto da influire su tutti i nostri successivi comportamenti. La profezia che si autoavvera è, all'inizio, solo un'ombra nel vento del tempo, una falsa definizione della situazione, che suscita un nuovo comportamento e questo fa sì che la falsa concezione originaria diventi una realtà. Questo accade perché, se crediamo fermamente che qualcosa sia reale, finiamo per agire come se lo fosse e così facendo (seppure inizialmente la situazione non fosse reale) diviene reale come conseguenza delle nostre azioni, cioè la mente ha influenzato la realtà. Le azioni degli uomini, mossi dalla fede o dalla paura di ciò che è stato predetto, si allineano con le parole del veggente, accelerando così il loro stesso adempimento.

E così, nel cuore di questa spirale, la profezia si autoavvera: non per il potere intrinseco delle parole, ma per il potere che gli uomini attribuiscono loro. Le scelte umane, influenzate dalla convinzione nel destino svelato, diventano mattoni nella costruzione del futuro che è stato profetizzato.

Ma la profezia che si autoavvera è una trappola subdola, poiché il suo potere risiede nella nostra stessa percezione. È come se guardando fisso il nostro riflesso in uno specchio, finiamo per plasmare il volto che vediamo. E così, in un paradosso senza fine, diventiamo artefici del destino che temiamo.

Nella danza intricata tra profezia e realtà, resta un interrogativo fondamentale: siamo veramente liberi nel nostro agire, o siamo solo pedine nel gioco preordinato del destino? Forse la risposta sfugge alla nostra comprensione, nascosta nell'ombra dei misteri più profondi dell'universo.

E mentre il tempo scorre implacabile, ci troviamo immersi nella trama intricata della profezia che si autoavvera, consapevoli o meno del potere che abbiamo nelle nostre mani: il potere di plasmare il nostro destino con le scelte che facciamo, con le parole che pronunciamo e con le speranze che coltiviamo.

Spesso, lo facciamo senza rendercene conto, ma siamo proprio noi con il nostro modo di leggere il mondo, con la nostra cecità autoindotta, e con le nostre azioni, a far si che esiti dolorosi possano ripresentarsi.

Una persona convinta di valere poco molto probabilmente continuerà a scegliere relazioni poco sane, che le confermano il suo scarso valore. Persone ben poco disponibili e ben poco disposte a entrare davvero in una relazione amicale o amorosa. Anche in questo caso è la persona stessa a contribuire a tale conclusione, accontentandosi e non dandosi il giusto valore. La profezia funziona così: ciò che crediamo influenza i nostri comportamenti; questi, a loro volta, influenzano la percezione che gli altri hanno di noi e i loro comportamenti nei nostri confronti. Noi, infine, valutiamo noi stessi in base alla risposta degli altri e agiamo di conseguenza. E il circolo ricomincia.

La strada per migliorare

Per evitare di cadere vittime delle profezie che si autoavverano, è fondamentale adottare approcci consapevoli e riflessivi.

Non possiamo infatti utilizzare schemi appresi come alibi, allo scopo di continuare a stazionare nella medesima situazione, ma occorre piuttosto che ci assumiamo la responsabilità della nostra felicità e del nostro cambiamento.

Noi con le nostre scelte o non scelte, con le nostre azioni o non azioni, contribuiamo molto al mantenimento di determinati circuiti disfunzionali. E comprendere l’entità della nostra responsabilità è davvero necessario.

Niente arriva per puro caso, e non è sempre colpa degli altri, noi scegliamo e agiamo anche in modo che tutto ciò possa reiterarsi. E fintanto che saremo convinti del contrario potremo risolvere ben poco.

Le convinzioni che certamente oggi non risultano essere più molto utili, vanno riviste e affrontate, compresi e messi in discussione se vogliamo ottenere risultati differenti. Anche se all’inizio non sarà facile.

È possibile e questa è la strada per migliorare. L’altra è continuare a ripetere e confermare ciò che è stato con tutto il dolore che inevitabilmente ne conseguirà.

Non siamo solo un foglio già scritto, e possiamo provare a riscriverlo, in qualsiasi momento. E se davvero lo vogliamo, possiamo cambiare molte cose.

Ecco alcuni suggerimenti per affrontare questo fenomeno:

Sviluppare il pensiero critico: Impara a valutare in modo critico le profezie e le predizioni che incontri. Analizza le prove e considera il contesto in cui sono state fatte. Non accettare ciecamente ciò che viene predetto, ma valutalo razionalmente.

Promuovere la consapevolezza: Sii consapevole del potenziale impatto delle profezie che si autoavverano sulle tue azioni e decisioni. Rifletti sulle tue motivazioni e cerca di agire in base alla tua autentica volontà, anziché in risposta a predizioni o aspettative esterne.

Cultivare l'empowerment individuale: Rafforza la tua fiducia nelle tue capacità e nella tua capacità di influenzare il tuo destino. Concentrati sul prendere il controllo della tua vita e sul perseguire i tuoi obiettivi personali, anziché lasciare che le profezie determinino il tuo percorso.

Esplorare alternative: Considera alternative e possibili risultati diversi da quelli predetti. Mantieni la mente aperta e sii disposto a esplorare scenari diversi da quelli che potrebbero sembrare inevitabili in base alle profezie.

Comunicazione aperta: Se sei coinvolto in una situazione in cui una profezia autoavverante potrebbe essere in atto, comunica apertamente con gli altri per dissipare malintesi e fraintendimenti. Chiarisci le intenzioni e lavora per stabilire una comprensione comune.

Rifiutare l'autocensura: Non limitare le tue azioni o le tue aspirazioni per paura che possano contribuire al compimento di una profezia autoavverante. Segui le tue passioni e perseguile con determinazione, senza lasciare che le paure irrazionali ti frenino.

Cercare il supporto: Se ti trovi in una situazione in cui le profezie autoavveranti stanno influenzando negativamente il tuo benessere o le tue relazioni, cerca supporto da amici, familiari o professionisti. Parla delle tue preoccupazioni e lavora insieme per trovare soluzioni positive.

In definitiva, evitare di diventare vittime delle profezie autoavveranti richiede consapevolezza, pensiero critico e azione proattiva. Mantenere il controllo sulle proprie azioni e decisioni è fondamentale per resistere agli effetti negativi di tali fenomeni e perseguire una vita autentica e soddisfacente.

Il pensiero positivo migliora la qualità della vita – Capitolo XIII

Il pensiero crea. Ma attenzione a non cadere preda dell'illusione . Capitolo 13

giovedì 7 marzo 2019

La consapevolezza è il potere nascosto nel momento presente




Il Sé, dal punto di vista introspettivo, è considerato il nucleo della personalità, indicato col pronome di terza persona singolare per distinguerlo dall'ego, cioè dalla sua immagine riflessa nella quale la coscienza normalmente si identifica.
Wikipedia

Ma non provate a comprenderlo. Potete conoscerlo solo quando la mente è tranquilla. Quando siete presenti, quando la vostra attenzione è pienamente e intensamente nell’Adesso, l’Essere può essere sentito, ma non può mai essere compreso mentalmente” E. Tolle

La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell’incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l’emozione che lo accompagna, che potremmo definirla posseduta dalla propria mente. Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell’io (l’ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E, spiritualmente parlando, questa è l’inconsapevolezza.

Cos’è la realizzazione spirituale?
La realizzazione spirituale è vedere chiaramente che ciò che io percepisco, sperimento, penso o sento non è chi sono veramente, e che non posso trovare me stesso in tutte quelle cose che costantemente muoiono…
L’Essere non è solo oltre, ma anche profondamente dentro ogni forma come la sua più profonda, invisibile e indistruttibile essenza. Questo significa che è accessibile a ognuno di noi.

La mente vive nel tempo; passato e futuro si avvicendano nei pensieri facendoci perdere il presente. Secondo Tolle, la mente è uno strumento prezioso se però è utilizzata nel modo giusto: “il punto non è tanto che voi utilizzate la mente nel modo sbagliato, quanto che non la usate affatto, è la mente che vi usa…Questa è la malattia…L’inizio della libertà è la realizzazione che voi non siete l’entità che vi possiede, colui che pensa. Saperlo vi consente di osservare tale entità. Nel momento in cui cominciate a osservare colui che pensa, si attiva il più elevato livello di coscienza”.

Il nostro pensare, il contenuto della nostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siamo stati educati, dalla nostra cultura, dalla situazione familiare e così via. Il nucleo centrale di tutta la nostra attività mentale consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siamo fortemente identificati. Questa entità è l’ego stesso.
Quando diciamo ‘io’, non siamo noi ma è l’ego che parla. È costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identifichiamo come ‘me e la mia storia’, di ruoli abituali che interpretiamo senza neppure saperlo, di identificazioni collettive come nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica.
l’emozione nasce nel punto d’incontro tra corpo e mente. È la reazione del corpo alla mente o, si potrebbe dire, un riflesso della mente nel corpo…
Più vi identificate con il pensiero, …con i vostri giudizi e interpretazioni,… più forte sarà la carica emozionale… se non riuscite a provare emozioni, prima o poi ne avrete esperienza a un livello puramente fisico, sotto forma di disturbo o di un sintomo… Prendete l’abitudine di chiedere a voi stessi: che cosa sta avvenendo dentro di me in questo istante?… Ma non analizzate, soltanto osservate… percepite l’energia dell’emozione”.

L’Ego - il “Falso sé”
Il termine Ego Tolle lo usa per indicare il “Falso sé”, cioè creato dall’identificazione inconsapevole con la mente. Per l’ego il momento presente quasi non esiste, solo il passato e il futuro sono importanti perché senza di essi non sa chi è.
Una delle vie più efficaci per andare al di là del vostro ego, ma anche per dissolvere l’ego collettivo umano, è proprio il non reagire all’ego degli altri.
Quando siete in uno stato non reattivo, vi rendete conto che non vi è nulla di personale e allora potete riconoscere un comportamento dell’altro come un moto dell’ego, come una espressione della disfunzione della collettività umana. A questo punto non vi è più nessuna compulsione a reagire. Non reagendo all’ego, spesso potrete permettere all’aspetto sano dell’altro di manifestarsi. Questa è la consapevolezza incondizionata che si appone al condizionamento.
Non reagire è forza e non debolezza.

L’ego comporta inconsapevolezza. La consapevolezza e l’ego non possono coesistere. Il vecchio schema mentale, o l’abitudine mentale, possono ancora sopravvivere, riapparire per un po’, perché vi sono dietro migliaia di anni di inconsapevolezza collettiva umana, ma ogni volta che viene riconosciuta si va indebolendo”

La consapevolezza è il potere che è nascosto nel momento presente. Ecco perché la possiamo chiamare Presenza. Il vero e ultimo obiettivo dell’esistenza umana, il vostro proposito, è portare quel potere in questo mondo. Solamente la presenza può liberarvi dall’ego, e voi potete soltanto essere presenti ‘Adesso’, non ieri e non domani. Solo la Presenza è in grado di sciogliere in voi il passato e trasformare così il vostro stato di coscienza.
L’emozione che sta dietro l’ego e che governa ogni sua attività è la paura. Paura di non essere nessuno, paura di non esistere, paura della morte.
La paura è il grande blocco che ci impedisce di uscire dalla gabbia, di aprire le ali per volare, di credere e sperimentare, ci tiene chiusi e sottomessi, senza l’entusiasmo necessario per accedere alle nostre risorse.
La paura è come una barriera invisibile che si interpone tra me e il mondo e, ancora di più, tra me e la vita, tra me e le mie risorse. La paura ci divide dal nostro potenziale.
La forza dell’amore è un grande antidoto alla paura

"La Realizzazione del Sé significa realizzare il nostro vero sé come il grande oceano dello Spirito, distruggendo l’illusione di essere questo piccolo Sé, questo piccolo nostro corpo umano e questa nostra piccola personalità. . . . " Paramhansa Yogananda


Fonte: Echart Tolle - Un Nuovo Mondo



domenica 18 marzo 2018

Le Origini dei Pensieri - Da dove arrivano?


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La mente non è noi: tutti i nostri pensieri vengono da una Mente ben più vasta della nostra, la mente universale. Sri Aurobindo

La teoria di una coscienza unica risulta armonizzarsi maggiormente con la scoperta scientifica che la materia di base dell’universo è unica, e che i diversi corpi altro non sono che diversi assembramenti di particelle assolutamente identiche fra di loro - fisica quantistica.

E se fosse il pensiero ad agire sull’encefalo e non il contrario?
Il “pensiero” potrebbe non essere qualcosa che ha origine dall’individuo, bensì qualcosa di esistente indipendentemente da esso. Diverse correnti filosofiche e mistiche, nella storia hanno sostenuto che esista un’unica coscienza universale e che l’individualizzazione di questa coscienza potrebbe non essere altro che una sorta di “illusione” da noi percepita. La scienza attuale, la quale si basa sulla convinzione che la coscienza sia un prodotto cerebrale, non contempla questa ipotesi.

Una coscienza universale p frammentarsi e individualizzarsi, adattandosi in tutto e per tutto all’ambiente (individuo) che dovrà ospitarla.
La teoria della coscienza unica, può anche essere spiegata con l’analogia della corrente di una centrale elettrica che si propaga attraverso gli edifici di un centro abitato. Arrivando nei singoli edifici, la corrente si manifesterà in modo diverso a seconda degli apparecchi che andrà ad alimentare. Così come un liquido assume la forma del suo contenitore, così, la coscienza unica, propagandosi nei singoli individui, si strutturerebbe e manifesterebbe in modo diverso e adatto ai mezzi e la natura dell’individuo che andrebbe a “occupare”.
L’elettricità quando indifferenziata, scorre nei fili ad alta tensione, ed è un’energia in grado di compiere un lavoro. Ma per trasformare questa potenzialità in un lavoro in atto, questa corrente dovrà andare ad alimentare un apparecchio specifico.
Così possiamo intuire che, forse, la coscienza universale andrebbe intesa come un’energia indifferenziata che contenga la potenzialità di ogni pensiero ed ogni sentimento, senza essere alcun pensiero o sentimento in atto se non quando la coscienza incontra un individuo che sia in grado di compiere questa trasformazione.

L’elaborazione del pensiero non avviene nel cervello.
“Noi non siamo mai nel “qui e ora”, ma sempre nel passato o nell’idea del futuro, comunque elaborata secondo il nostro schema di abitudini e di preconcetti. Noi viviamo nel “ricordo”.
Usare davvero il pensiero significa essere capaci di una
consapevolezza e di un potere che abbiamo disimparato ad applicare. Il cervello è solo un coordinatore della mente: l’elaborazione del pensiero é un atto che riguarda tutto il nostro corpo e, in particolare, alcuni organi come l’intestino e il cuore.
Esiste solo l’Adesso!
Ma questo “pensiero”, che canalizziamo ed elaboriamo, che ci permette di elaborare la realtà e di partecipare a un ecosistema di intelligenze, è, non solo per progredire e per svilupparci come specie senzienti, ma per evolverci come Coscienza.
La vera coscienza, la vera consapevolezza, è libera dai vincoli della mente. È libera dai processi mentali, emancipata dal pensiero che costringe la nostra percezione entro i limiti dei sensi, delle tre
dimensioni e del tempo. Quando siamo consapevoli siamo semplicemente qui, nell’Adesso e, quindi, dappertutto, nell’eterno. Non esiste altro luogo e sopratutto non esiste altro tempo, non esistono i vincoli del passato, le limitazioni del ricordo e della memoria che ci costringono entro schemi e processi vecchi, abitudinari e pre-programmati, da noi stessi o da altri. E non esiste la tensione del futuro che mai ci permette di essere ciò che siamo.
Il flusso di pensiero cessa finalmente. Da quel momento, in quel momento, siamo noi a ESSERE, a produrre il Pensiero.
Solo se riusciamo a emanciparci dal ricordo possiamo essere nel presente. Ma non basta: solo se riusciamo e uscire dal flusso del pensiero possiamo eludere i programmi che ci allontanano dalla realtà di noi stessi e delle cose. Non si tratta solo di smettere di vivere nel ricordo e quindi di usare finalmente il pensiero in tempo reale, ma di uscire dal flusso del pensiero elaborato, di cominciare a CREARE il pensiero, essere il pensiero, anzi, superare l’idea stessa di pensiero.
Questo è possibile solo se ne siamo fuori: allora la mente, che genera l’illusione dei sensi e del tempo, si ferma e nasce la percezione del Vero, la consapevolezza del Reale.
I flussi di pensiero, che permettono lo sviluppo delle specie viventi, sono il trampolino ma anche la gabbia dell’evoluzione superiore, il confine che le forme-ponte devono trascendere. Sui flussi di pensiero viaggiano i limiti del pre-concetto e sono essi stessi il supporto dei programmi di controllo mentale architettati da noi stessi, così come da forze sfruttatrici e predatorie.

La meditazione è non-mente, non-tempo.
Fermare la mente significa fermare il tempo. Sappiamo che i flussi di pensiero non conducono solo la sostanza-pensiero da elaborare ma, per loro natura, trasportano idee pre-elaborate, ovvero programmi mentali, e sono direttamente connessi con la struttura temporale della nostra realtà, dove burattini e burattinai condividono un'illusione e sono persi, sebbene in modi diversi, nel medesimo dramma umano: la distrazione dalla consapevolezza individuale (= realtà).
Già da alcuni anni, le linee energetiche planetarie vengono man mano “resettate”, come effetto dell’allineamento galattico (che peraltro altererà il campo magnetico terrestre, altro supporto ai processi di controllo).

Tutto questo produrrà nuove e straordinarie condizioni di rinnovamento spirituale, ma la densità temporale, e quindi il flusso di pensiero che attraversa il nostro mondo, si sta già riducendo sensibilmente, dandoci la possibilità quindi di sfruttare un momento eccezionale per liberarci dal “baco”, esprimere appieno la nostra possibilità di coscienza, emanciparci dall’illusione della mente e dai programmi di controllo, essere finalmente produttori di pensiero e quindi svolgere appieno il nostro ruolo di forme-ponte, irrorando l’esistente con il nostro pensiero prodotto e avvicendando così le forze vicarie della natura che hanno finora presieduto ai processi evolutivi di questa potenziale realtà.

Essere legati al pensiero o essere preoccupati per i fenomeni che possono riguardarci nel nostro prossimo futuro significa non cogliere quanto davvero sta accadendo e, anzi, rischiare di operare al fine di trovare “soluzioni” per evitare possibilità straordinarie che a volte vengono percepite (o fatte percepire) come problemi.
Il vuoto del pensiero è la libertà dell’anima."

Fonte: "Nient'altro che se stessi.C. Dorofatti
http://veritas2012.blogspot.it

giovedì 7 aprile 2011

Siamo il risultato dei nostri pensieri

È possibile ottenere qualsiasi cosa si scelga, ma non sempre ciò che si sceglie è ciò che si "vuole”.


Il mondo intero guarda ora l'alba di una nuova coscienza, di un nuovo potere e di un successo senza precedenti delle risorse presenti all'interno del sé. Il secolo attuale produrrà un grande progresso mai registrato prima nel campo del potere mentale e spirituale.
Così come le forze più potenti della natura sono invisibili, hanno scoperto che anche le energie più potenti di una persona sono le sue forze invisibili, la forza spirituale.

L'unico modo che la spiritualità deve manifestarsi è attraverso il processo del pensiero.
Il pensiero è la sola attività esercitata dallo spirito e conduce a un unico prodotto: il pensiero. L'energia di un solo pensiero è in grado di consentire le attività nei nervi, muscoli e cervello. Basta coltivare un certo numero di pensieri su un argomento, per indurre un completo cambiamento nell'organizzazione fisiologica di una persona. Questo è il processo attraverso il quale, il fallimento si tramuta in successo e la malattia in salute.

Oggi, la scienza è d'accordo sul fatto che ci sia solo un Principio, Coscienza o Mente ed è ciò che pervade l'intero Universo, occupando tutto lo spazio ed è sostanzialmente identico in ogni punto. Questa sostanza è estremamente potente, totalmente saggia e onnipresente. Contiene tutti i pensieri e tutte le cose. E', quindi, dappertutto.

Nell'universo esiste una sola coscienza capace di pensare, e quando pensa, i suoi pensieri diventano concreti, per legge. Poiché questa coscienza è onnipresente, dev’essere logicamente presente in ogni individuo e ogni individuo dev’essere una manifestazione di questa coscienza onnipresente, onnipotente e onnisciente. Che significa: la nostra coscienza è identica alla coscienza universale, vale a dire, c'è solo una mente. Noi rappresentiamo l'individuazione dell'Universo. Non c'è modo di sfuggire a questa conclusione.

Scelta consapevole

Quando si sceglie qualcosa che si desidera ricevere, dev’essere scelta con tutta la forza del cuore. Non si deve mai sbiadire, persistere fino a vedere la cosa compiuta. Se non si agisce in questo modo, è molto meglio non iniziare l'elaborazione di un progetto. Quando si comincia qualcosa e non si completa, o quando si propone di fare qualcosa e non la realizza, si crea nella psiche l'abitudine al fallimento. Se pretendete fare qualcosa, cercate di portarla avanti finché non è conclusa, anche se il mondo ti cada addosso. Non lasciare che niente e nessuno interferisca. Questo è credere, ed è nota come fede.

Quando progettate qualcosa, il vostro IO - o la vostra anima - ha già deciso, insieme con voi. Il programma è già stato definito, non bisogna aggiungere nulla. E voi non avete motivo di andare avanti e indietro.
Il nostro "Io" non è il corpo fisico, e non è la nostra mente. Essi sono solo gli strumenti che lo IO usa per pensare, ragionare e progettare.

Facciamo delle scelte ogni momento della nostra vita, consapevole o inconsapevolmente. Scegliendo inconsciamente, corriamo il rischio di ricevere sia il desiderato sia l’indesiderato perché tutto ciò che realizziamo in un singolo giorno, è il risultato delle nostre scelte: Vado in macchina o a piedi, mangio hamburger o insalata, mi metto in rosa o in blu? Tutte queste scelte portano con sé un risultato buono o cattivo, alla fine. La Mente Universale risponde sempre e cerca di dare forma a ciò che si presta attenzione, che sia positivo o negativo. Questa Mente non giudica mai. Riceve informazioni attraverso il potere dei pensieri cercando i mezzi per materializzarli. Questo significa che non c'è un’entità che ci risponda quando è in vena, o che ci respinga quando abbiamo commesso un "peccato" e così via. Dio non "dona" niente di più perché Lui ci ha già dato tutto il necessario per ottenere ciò che vogliamo. Lui ci ha dato la condizione e il meraviglioso potere di creare e realizzare. Siamo noi a creare tutto quello che abbiamo nella nostra vita attraverso il pensiero, le parole e le azioni, con il libero arbitrio. Siamo un essere creativo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, ed è possibile ottenere tutto ciò che si sceglie, ma attenzione: non sempre ciò che si sceglie è ciò che si "vuole", anzi, se si vuole una cosa molto fortemente, probabilmente non la otterrà mai.

Perché questo paradosso?

Il pensiero, si sa, è creativo e il pensiero di "volere" è una dichiarazione fatta all'Universo, l'affermazione di una verità che l'universo produce nella sua realtà. Se tu dici me voglio quello, l’universo interpreta e ti dà esattamente questa esperienza: quella di "volere" quella cosa. E’ molto diverso quando si crea una determinazione con l'intento di ottenere, non di volere.
Qualsiasi parola si metta dopo lo IO diventa un comando creativo. Il genio della lampada - o Dio - produce ciò che si sceglie, si sente e si dice.

Allora come si spiega il fatto di fare troppo a lungo - o addirittura non arrivare mai – quello che ho scelto?

Ci sono diverse ragioni: perché non ci credi in meritare quella cosa scelta o perché non sai cosa scegliere, perché continua a cercare di capire ciò che è "meglio" per te, perché tu vuoi una garanzia preliminare di che le tue scelte saranno giuste o perché continui a cambiare le tue idee.
Vivere una vita di scelte è vivere una vita di azioni coscienti. Una vita vissuta a caso è una vita di reazioni inconsce. Una reazione non è altro che un ricorso fatto in passato. Quando si re-agisce, si sta semplicemente dando un valore ai dati in arrivo, cercando attraverso il labirinto della memoria, la stessa esperienza (o simile) per agire allo stesso modo che ha agito in precedenza. Questo è un lavoro mentale, non dello IO – ma dell’anima.
Quando si perde tempo a cercare di analizzare ciò che è "migliore" per te, l'unica cosa che stai facendo è proprio questo: perdere tempo.
Agire dal punto di vista dell'anima, non di quella mentale, è risparmiare un sacco di tempo. Le decisioni sono prese più rapidamente e le scelte sono rapidamente attivate, senza la revisione, senza l'analisi critica delle esperienze passate. Quindi, l'anima crea, la mente reagisce.
L'anima sa che la tua esperienza attuale ti è stata data da Dio, prima ancora che tu fossi cosciente. Ogni Adesso è un dono prezioso di Dio, perciò è chiamato presente.
L'anima comprende che Dio è uno con te, anche se la mente continua a negare questa verità e il corpo reagisce con base in tali negoziati.
Pertanto, nel momento di prendere decisioni importanti, esci della mente e cerchi l'anima. Quando si spende tempo ad analizzare ciò che è "meglio", le scelte saranno prudenti, le decisioni incredibilmente lente e il viaggio sarà un mare di aspettative, dove è possibile annegare.

Se si desidera portare più potere nella vostra vita, è meglio cercare di prendere coscienza di questo potere; per avere una salute migliore, cercare di aumentare la consapevolezza di salute, per provare felicità, cercare ad avere più consapevolezza di essa. Personalizzare lo spirito di queste cose fino a farle diventare tue.
Ricordati: Bisogna Essere prima di fare, e possiamo fare solo quando siamo e ciò che siamo dipende da ciò che pensiamo.



Fonte: Conversazioni con Dio 2 - The Master Key System

domenica 25 aprile 2010

Niente di ciò che vediamo è Reale


Tutto ciò che vediamo è qualcos'altro.L'ampia marea, la marea ansiosa. È l'eco di un'altra marea che sta laddove è reale il mondo che esiste. Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza. La notte fredda, il passare del vento sono ombre di mani i cui gesti sonol'illusione madre di questa illusione. Fernando Pessoa


“Quasi tutti sin da bambini, veniamo condizionati molto profondamente da una cultura deviante, impariamo così, durante il corso della nostra esistenza, a mentire sistematicamente a noi stessi e quasi sempre in modo estremamente arguto. In questo modo subentra gradualmente in noi, senza che ne siamo troppo coscienti, un sottile autoinganno e si innesca un circolo vizioso, fatto di false convinzioni, che ci trascina inevitabilmente nel suo mondo illusorio. Arriviamo così ad avere un pensiero inautentico che ci costringe a vedere la realtà da dietro un velo; di conseguenza assumiamo comportamenti ipocriti e ci ritroviamo, inconsapevolmente, ad indossare una brutta maschera che tende a coprire il nostro vero volto, nascondendoci persino a noi stessi”. (Internet)

L’Universo ci fornisce soltanto un campo d’esperienza, una serie di fenomini oggettivi. Noi è che decidiamo come etichettarli. La materia, in realtà, non esiste. E’ soltanto energia che sembra essere condensata. Il nostro è un mondo puramente illusorio che rappresenta l'ombra del mondo reale. In realtà, non esiste nemmeno il caldo/freddo, sopra/sotto, bene/male. Siamo noi a decidere cosa sentiamo o proviamo e l’idea su questi concetti cambiano nel corso del tempo. Deffiniamo, per esempio, una giornata “fredda” quando d’estate il termometro segna 24 gradi, mentre d’inverno la stessa temperatura ci sembrerebbe “calda”. L’intero universo è il campo unificato in cui tutti i contrasti esistono, e in cui tutte le esperienze sono quindi rese possibili. La distanza tra i contrasti è irrilevante.
Nemmeno il presente immediato possiamo vederlo, quindi, non è reale. Tutto ciò che vediamo è già passato, anche quando osserviamo ciò che abbiamo davanti agli occhi.

Com’è possibile?

Nel momento in cui un evento accade, diventa una bolla di luce, di energia, che raggiunge i nostri occhi. Per raggiungerli richiede tempo. Mentre quella luce ci raggiunge, la vita continua a muoversi. Quando vediamo ciò che è accaduto, un altro evento ha già avuto luogo. Quando lo scoppio di energia raggiunge i nostri occhi, gli occhi mandano il segnale al cervello, il quale interpreta i dati e ci dice cosa stiamo vedendo, cioè, pensiamo a ciò che abbiamo visto e decidiamo di cosa si tratta, mentre ciò che accade precede questo processo. Più aumenta la distanza tra noi e il luogo fisico in cui accade un evento qualsiasi, più quell’evento recede nel “passato”. Se osserviamo un evento a qualche anno luce di distanza, vuol dire che ciò che vediamo è accaduto moltissimo tempo fa. Ma in realtà non è così. E’ semplicemente la distanza fisica a creare l’illusione del tempo. Nulla di ciò è reale. Vediamo l’immagine di ciò che una volta è stato un evento e che ognuno di noi stiamo dando un’interpretazione. La personale interpretazione di quell’immagine è quella che chiamiamo immagine-azione. Quindi, possiamo usare la nostra immaginazione per creare qualunque cosa, anche nel passato o futuro, perché la nostra immagine-azione funziona in entrambi i sensi.
Con la mente immaginiamo qualcosa, ed essa inizia a prendere forma. Più a lungo la immaginiamo più quella forma diventa fisica, finché l’energia che le abbiamo dato esplode letteralmente in uno scoppio di luce, proiettando un’immagine in quella che definiamo “realtà” e questa realtà cambia di persona in persona.
E’ molto difficile percepire qualcosa che non habbiamo mai avuto idea dell’esistenza fin quando non siamo convinti che esista davvero.Siamo fatti di atomi che sono energia pura nella forma più compatta possibile - questo è il mistero dell'origine del mondo. Ma siamo limitati, il nostro cervello registrare solo ciò che i nostri occhi percepiscono. La nostra mente registra tutto quello di cui abbiamo conoscenza. Quindi, ciò che esiste davvero non sono cose, ma i movimenti di consapevolezza delle scelte nel nostro subconscio. Le cose esistono nel mondo per la collaborazione del subconscio di ciascuno. E' vero, dunque, ché quando si guarda al microscopio il movimento di un atomo vedremo che può essere in due o più posti contemporaneamente. Quindi, quando si guarda qualcosa, ciò che esiste sono particelle delle esperienze che i nostri occhi un giorno hanno segnalato. Quando non stiamo guardando niente, esistono soltanto onde elettromagnetiche. Queste onde che si propagano darci le infinite possibilità che la fisica quantistica ci offre. Sono le possibilità di coscienza che esistono, dell’esperienza che abbiamo e che vengono a galla. Così, quando i nostri occhi registrano queste onde elettromagnetiche, il nostro cervello cattura una sola posizione possibile di questa particella, che è un'immagine che diventa l'esperienza che plasma la nostra realtà. Questo, la fisica quantistica chiama sovrapposizione. Perciò, ognuno è padrone del proprio destino, della sua realtà, poiché si sceglie la sovrapposizione che si desidera. Dobbiamo essere positivi e ottimisti e scegliere le possibilità positive che l'universo ci offre.
Fonte: Conversazione con Dio – Neale Walsch

giovedì 2 aprile 2009

L'Espansione della Coscienza



Alcuni sostenitori di certe credenze e dell’astrologia affermano che l’anno 2012 rivesta un grande significato per la trasformazione dell’umanità verso l’unità, un risveglio della coscienza umana nel ricordare che l’uomo non è separato del’Universo. E si tratta anche del punto nel quale il Calendario Maya dice che avverrà una trasformazione in vista di un mondo nuovo. Gli antichi Maya, in quella che attualmente è l’America Centrale, portarono avanti una loro misurazione del tempo e osservarono il ripetersi di cicli che vennero dettagliatamente riportati nel Calendario. Riferiscono l’uscita dall’Era dei Pesci per entrare nell’Era dell’Acquario, ritenuta “illuminata”. Si dice che questo sia il passaggio che coincide con l’inizio di nuovi cicli, e che l’umanità verrà infusa di amore e di luce.

Ma c’è qualcos’altro che si sta verificando e che non è legato ai movimenti astrologici programmati, o cicli temporali. Si tratta di una trasformazione che viene emessa da un livello di consapevolezza nel quale le illusioni, come i cicli cosmici, sono irrilevanti.
La sincronicità, o “coincidenze” coordinate, possono avere molte cause come la coscienza catturata nell’illusione di causa ed effetto che chiamiamo ciclo della reincarnazione e karma, oppure la ri-connessione consapevole – conoscenza – con l'Uno, Tutto Ciò Che E’, trascinando l’essere in stati di coscienza similari.
Potremmo, comunque, avere fiducia nel fatto che per l’umanità sia giunto il momento di risvegliarsi in una vera unione con gli altri, con il cuore, e con il Cosmo. Accettando questa unione, possiamo rivendicare il nostro diritto di nascita e diventare Cittadini Galattici.
La sincronicità della conoscenza vi libera dalla sincronicità del programma.
Il trucco è conoscere quale è quale. E’ la ri-connessione con l’Unità che reca con sé l’energia della vera trasformazione, e ognuno può farlo smettendo di identificarsi con l’illusione ed essendo l’Uno che tutti siamo.

La “trasformazione” della Matrice (i programmatori della coscienza di massa) e la trasformazione dell’Unità stanno procedendo insieme e la maniera per distinguerle sta nell’osservare il loro effetto.
Un certo cambiamento o un evento portano amore o conflitto? Equilibrio o squilibrio? Giustizia o ingiustizia? Divide ulteriormente o unisce? Porta alla schiavitù o alla liberazione? La trasformazione della Matrice ha a che vedere con il cambiamento del gioco, la trasformazione dell’Unità ha a che vedere con il mettere fine al gioco, così come ne siamo venuti a conoscenza. L’Energia subentra al senso della realtà e quando sapete di essere l’Unità, ed esprimete quella conoscenza, divenite l’essenza dell’Uno. Questo è tutto ciò che dobbiamo fare per trasformarci da limitazione ad ogni Possibilità. L’equilibrio dell’Unità elimina i pensieri e le emozioni sbilanciati e stimola le particelle del regno olografico a vibrare sempre più velocemente, finché non c’è più alcuna vibrazione.
Questo bilancerà l’ologramma del corpo di coloro che si connettono ad essa, li sanerà e porrà fine al processo di invecchiamento che vede così tanta gente finire la propria vita fisica nel dolore e nell’infermità.

Quando veniamo trasformati da paura in amore, allora inviamo quella energia al computer centrale della Matrice e ne riscriviamo il programma.
Da lì, il nuovo programma viene ritrasmesso a tutti gli ologrammi all’interno del super-ologramma, e anche quei programmi vengono riscritti nel linguaggio dell’amore.
L’equilibrio dell’Unità colmerà inoltre le lacune nella struttura della nostra realtà collettiva chiamate interspazi. Gli interspazi sono un sintomo della frammentazione e non possono esistere all’interno di una condizione armonica. In questo modo, insieme all’enorme aumento della possibilità di vedere oltre il velo della “luce visibile”, così tanto di ciò che era rimasto nascosto si presenta alla nostra vista cosciente. Mentre la frequenza aumenta, la nostra relazione con il “tempo” illusorio si modifica, e coloro che seguono il flusso della trasformazione sperimentano il trascorrere del “tempo” in modo sempre più rapido. L’Unità è sempre stata lì, ma adesso la si può nuovamente percepire e, per quelli che stanno liberando se stessi dal programma, si fa sentire il richiamo verso “casa”.

Siamo rimasti intrappolati in un mondo illusorio che credevamo fosse reale. Questo comprende le altre dimensioni dell’illusione tra le quali la coscienza prigioniera della Matrice si “reincarna”.
Da un programma ad un altro. La strada che conduce verso casa è sapere che noi siamo già a casa e che lo saremo sempre.
Ed è anche smettere di identificare ciò che noi siamo con la forma, il bisogno di “evolvere”, di imparare da esperienze di reincarnazione infinite, e di sottometterci al volere di qualche “Dio”. Sono tutti fili della ragnatela del controllo, intrecci secondari nella trama del film. Invece possiamo sapere di essere Unità e di vedere questa illusione per quella che è, uno stupido gioco creato dalla nostra stessa paura.

Se vivete la vostra vita sapendo di essere l’Uno, tutta la vostra prospettiva viene trasformata.
Ciò che sembrava importante o spaventoso, diviene l’obbiettivo di una spassosa risata.
Quando guardate il mondo sapendo di essere l’Uno, tutte le cose che vi irritano o che vi fanno sentire frustrati, depressi o impauriti, vengono viste per quello che sono, irrilevanti e trascurabili. Nel momento in cui queste situazioni vengono a galla, vale la pena chiedersi:
L’Uno come vedrebbe tutto ciò? Se qualcuno dicesse “cazzo”, l’Uno se la prenderebbe di meno? L’Uno condannerebbe le preferenze sessuali? L’Uno si arrabbierebbe se una squadra sportiva non vincesse? L’Uno andrebbe a votare o sosterrebbe un partito politico? L’Uno seguirebbe una Religione o contemplerebbe i potenziali pericoli di un Cheese Danish? L’Uno dovrebbe proteggersi da un’illusoria “Oscurità”? L’Uno si preoccuperebbe della sua posizione astrologica o del karma o di ciò che era in una vita precedente? L?Uno sentirebbe il bisogno di avere successo o di “diventare” qualcuno? L’Uno andrebbe in guerra e combatterebbe per la pace? L’Uno si preoccuperebbe di qualcosa, rimpiangerebbe il “Passato” o avrebbe timore per il “futuro”? L’Uno sarebbe terrorizzato dalla “morte” , quando la morte non esiste?
La risposta è sempre no, perché sono tutte illusioni. E allora , perché mai noi facciamo queste cose , dal momento che noi siamo l’Uno ? L’unica differenza è tra l’Uno auto-consapevole e l’Uno che ha dimenticato cosa esso sia.

Noi agiamo in piccolo perché crediamo in piccolo, e crediamo in ciò che siamo programmati a credere. Ma non deve essere per forza così. Possiamo lasciare cantare la nostra coscienza e sapere che siamo Tutto Ciò Che E’ .
Abbiamo vissuto una falsa identità, un falso nome che non siamo noi.
Ma possiamo guardare nello specchio illusorio e ri-valutare quello che pensiamo di essere. Noi non siamo il nostro nome, il nostro corpo, la nostra famiglia, la nostra razza, la nostra nazione o la nostra religione. Non siamo i nostri possedimenti, il nostro lavoro, il nostro status, la nostra fama, il nostro successo o il nostro fallimento. Non siamo nemmeno la nostra personalità, i nostri pensieri o le nostre emozioni. E allora cosa siamo? Noi siamo Amore Infinito.

Come faccio a saperlo? Semplice. Non c’è nient’altro.
La Coscienza Quantica per il Benessere!

Fonte: David Icke "L'Amore Infinito è l'unica verità - Tutto il resto è illusione"